Trump’s victory reflects voter dissatisfaction with a system hitting the limits of growth—a symptom of deeper economic realities.
Nate Hagens describes the “carbon pulse” as a brief, extraordinary chapter in human history, when fossil fuel extraction—especially oil—drove unprecedented economic expansion. This pulse fueled industrialization, modern infrastructure, and technological progress, lifting living standards worldwide.
That era is ending. The economic future isn’t about endless growth; it’s about managing decline. The incoming Trump administration hasn’t figured that out. Neither has the American public.
“Making America Great Again” is a fantasy—a refusal to acknowledge the history of the last 50 years. It pretends the challenges we face aren’t the result of structural limits but of bad policies and bloated government. It’s easier to sell nostalgia than to face the hard truths of a world where growth is no longer guaranteed.
Pippa?
Vedi su Wikipedia.
Comunque il discorso non verte su di lei.
L’articolo è stato prontamente tradotto in italiano qui:
Alla fine siamo sempre gli stessi quattro gatti a dirci le stesse cose.
Ah, però, qualcosa me l’ero persa:
Bella prospettiva.
Sembra già evidente il peso di Musk nelle decisioni di Trump:
Trump ha criticato molto duramente l’accordo raggiunto tra Repubblicani e Democratici martedì e ha intimato ai parlamentari del suo partito di non approvarlo: lo ha fatto dopo che per tutta la giornata di mercoledì l’imprenditore Elon Musk, proprietario del social network X e suo stretto collaboratore, aveva scritto diversi post in cui aveva attaccato i Repubblicani che avevano firmato l’accordo.
Secondo Musk l’accordo conterrebbe misure non necessarie e spese eccessive. «Qualsiasi membro della Camera o del Senato che voti per questo vergognoso disegno di legge sulla spesa pubblica merita di non essere rieletto tra 2 anni!», ha scritto Musk, tra le varie cose.
Alla fine Trump si è accodato a Musk.
E siamo solo all’inizio.
sono alleati, mi pare, no?
Diciamo così, anche se Musk sembra avere più peso di Trump.
E con la sua megalomania da profeta dell’estrema destra mondiale può essere anche più pericoloso.
Intanto i complottisti si portano avanti:
Con rammarico ho trovato persone del genere anche su Chess dot com: sono quelle che sostengono che Ding ha perso di proposito il titolo al campionato mondiale di scacchi a causa di un presunto giro di scommesse cinesi. E niente li smuove dalle loro certezze: vivendo nella loro echo chamber sono più che certe di aver ragione su qualunque cosa.
Trump vorrebbe il canale di Panama (e magari anche Canada e Groenlandia):
Le recenti dichiarazioni di Trump su Panama e non solo segnalano che il nuovo presidente perseguirà un programma di politica estera piuttosto aggressivo. Qualche giorno fa Trump aveva preso in giro il primo ministro canadese Justin Trudeau suggerendo che il Canada dovrebbe diventare il 51° stato degli Stati Uniti, e riferendosi a Trudeau come a un governatore.
Domenica aveva anche detto di voler assumere il controllo della Groenlandia sottraendolo dunque alla Danimarca perché «ai fini della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d’America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta».
Si prospettano tempi “interessanti”:
Sì, beh alla fine il petrolio e risorse varie. Ci prepariamo a nuove conquiste (anche guerre) per quello.
Speriamo di non vedere la Terza Mondiale.
Eh… La vedo dura scamparla…
Io voglio invece la California. Non escludo di utilizzare lo Sforzo, se del caso.
Aspetta almeno che spengano gli incendi.
Niente Kamchatka?
ci si ride, ma il rischio c’è - non solo o soltanto con Trump e Putin: stiamo esaurendo le risorse, no? Beh, prima di tutto, se siamo i più forti, andiamo a prenderci quelle che restano ai più deboli…
Che non è che ci stanno solo USA, ExUrss, Groenlandia e Ucraina, eh?
ci va di fortuna che noi, al massimo, abbiamo il sole (ma pure quello, meno della Grecia, per dire)