Dovete sapere che a causa di un maledettissimo passaggio a livello sono costretto a partire da casa con largo anticipo.
Arrivo nella città dove svolgo la mia attività lavorativa con mezz’ora di anticipo. Parcheggio davanti al parchetto della stazione dei treni e vado al mio solito bar.
Andare al solito bar mette a posto tutti i fantasmi e i cataclismi della notte, da sicurezza, ritrovo i pantaloni e le scarpe a macchie dell’imbianchino che prende un caffè macchiato ed un cornetto vuoto, le due insegnanti col tacco alto, classico cappuccio e brioche, quella che lavora nel ramo assicurazioni, caffè e cornetto vegano, il tizio misterioso con due cagnolini. Misterioso perchè non emette mai un suono e il “nonno”, lo chiamiamo tutti così, ma è il nonno del gestore del bar.
E poi ci sono i sorrisi delle bariste, tutte mamme e lavoratrici part-time, con le merendine avanzate dei figli dietro il bancone di cui si nutrono fino a mezzogiorno.
Una volta preso il mio caffè, torno in macchina e mi metto a leggere; il finestrino appena giù così da sentire i rumori del mondo, radio spenta.
Anche il parco dà sicurezza.
C’è il signore che porta a spasso due cani, un Siberian husky e uno di quei cani tascabili di cui non conosco la razza. Il primo in verità porta in giro il padrone, ha tutti i suoi angoli da esplorare ed annusare, gi stessi che ha annusato ventiquattr’ore prima, diventano tutti nuovi e vanno di conseguenza riannusati e marchiati, il secondo cane sta in braccio, probabilmente non sopravviverebbe alla passeggiata, quindi viene portato come una pochette sotto la spalla destra, mentre le sinistra è impegnata a non farsi disarticolare dall’husky che parte per la sua quotidiana Iditarod.
Poi viene la signora che porta il pane ai piccioni. Un gatto, tigrato, femmina dalle proporzioni della testa direi, passa anche lui, ma lo vedo solo d’estate, mica stupido.
Ma ahimè Einstein aveva ragione, il tempo non scorre sempre nello stesso modo, leggo con foga, è un momento topico, l’autore mi sta rivelando qualcosa, il cervello sta analizzando una riga, ma l’occhio è già alla successiva così tutto d’un tratto son le 7:56 e via di corsa verso l’ufficio…
