Racconti: Il Mago

Un racconto di protofantascienza italiana.

di Egisto Roggero

La festa da ballo era al colmo della sua ebbrezza. Tra i cespi di fiori che trasformavano le splendide sale in altrettante serre luminose, correva una vampa ardente di febbre e di voluttà, sotto il fulgore delle lampade elettriche… Il mio amico mi susurrò: — È quello là, vedi, il dottor Bernus! E me lo indicò. Era un bell’uomo, ancor giovane, irreprensibile, dalla nera barba a punta. Appoggiato ad un pilastrino di marmo, sormontato da una meravigliosa dracena grandifoglie, egli teneva distratto lo sguardo nella sala rifulgente di belle dame, di luci e di profumi. — Egli è il mago moderno – mi andava continuando all’orecchio il mio amico mentr’io, inesplicabilmente attratto, tenevo fisso su di lui... - Leggi l'articolo


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Mah.

Lo stile può piacere (o anche no), però il racconto si è dilungato un po’ troppo, mentre pareva che il “mago” non avesse tutto quel tempo. Non solo, ma dopo aver dichiarato che non avrebbe mostrato alcune cose, le ha mostrate.
Dumque, aveva tempo? E perché ci teneva tanto a mostrare tutti quegli aspetti delle sue “opere” al narratore?
Poi il personaggio narrante: ne passa di ogni, e gli va bene tutto, anzi, ne vorrebbe di più. Basta quello che succede alla fine per cambiare le cose? Magari anche sì, chissà, però non mi convince.